
La villa, situata all'estremità del borgo attuale, si sviluppava come un insieme architettonicamente mosso, con i diversi ambienti, disposti su terrazze degradanti verso il mare, che si adeguavano alla natura rocciosa del pendio e della scogliera sottostante, oggi interrata.
Le fasi edilizie in cui fu edifica ta la villa si collocano in un arco di tempo molto esteso che parte dalla fine del I secolo a.C. e arriva fino al IV secolo d.C.. Il nucleo meglio conservato è relativo a un impianto termale, posto nell'ala orientale del complesso residenziale. È riconoscibile il locale del Caldarium, con il sistema di riscaldamento ottenuto mediante un forno a legna (Hypocausis) alimentato da un condotto (Praefurnium) per la circolazione dell'aria calda. Entrambi sono posizionati sotto il pavimento della vasca per il bagno (Alveus), che era sostenuta da pilastrini di mattoni (Pilae).
Il fumo prodotto dalla combustione veniva ceduto alla vasca inoltre per mezzo di intercapedini l'aria calda circolava in condotti lungo le pareti garantendo il riscaldamento dell'intero locale. Il numeroso materiale rinvenuto (prevalentemente vasellame) è conservato al Museo Civico di La Spezia "U. Formentini". Fino a pochi anni fa si scorgeva, appena fuori della foce del fiume, un rudere che gli abitanti del luogo chiamano "Pilastro" e che gli studiosi definiscono "angelo" o "angulus". Si tratta di due enormi massi sovrapposti, costruiti ad emplecton. Diverse sono le ipotesi sulla sua funzione. Quella più probabile è che esso sia il rudere di un molo o di un fanale di segnalazione in uso presso i Romani.
Oggi è attualmente inglobato in uno stabilimento balneare.